Quante volte nella vita ci siamo fatti questa domanda? Esiste una risposta assoluta, dei concetti guida, dei pensieri che vanno fatti e che portano a prendere la decisione giusta?
Ogni scelta guidata da buon senso rispetta una regola fondamentale, ed è l’unica che possiamo definire a priori GIUSTA. Ovvero: sto rispettando me stesso? Ogni altra domanda o risposta è frutto di come siamo in quel dato momento, di quanto siamo influenzati dal contesto e dal nostro stesso passato.
Quando si pensa alla fine di una relazione, forse un passo oltre l’abbiamo già fatto. Tuttavia c’è una cosa che non ci lascia mai in pace e si chiama senso di colpa.
Il senso di colpa è una di quelle sensazioni invadenti e prepotenti che ci pervadono senza chiedere il permesso, che ci rubano pensieri e possibilità di azione, che ci fanno sentire ‘brutti e cattivi’, come direbbe un bambino.
Il senso di colpa, non la colpa, che di per sé ha un significato oggettivo reale e definibile, è un concetto sfumato che può legarsi a diversissime esperienze. Di solito è di origine inconscia, ovvero è difficile dare una ragione ‘oggettiva’ a certi pensieri. Piuttosto è molto soggettivo e lo proviamo indistintamente per familiari partner amici o conoscenti. Diciamo in linea di massima che più è stretta la relazione che abbiamo con una persona, più profondo può essere il senso di colpa.
Attraverso un percorso su noi stessi è possibile capire la natura di questo strano sentire e individuarne la via d’uscita. Quando una relazione si regge soltanto sul senso di colpa, è possibile maturarne la fine, elaborando sentimenti e motivazioni che ne stanno alla base.
Non dimentichiamo quindi la linea guida che dovrebbe permeare tutte le nostre scelte: mi sto rispettando?